La Transizione energetica in Italia: a che punto siamo?
Approfondiamo l’avanzamento della Transizione energetica in Italia
Abbiamo deciso di approfondire diverse tematiche connesse alla Transizione energetica per capire che tipo di attenzione le sia riservata.
Il nostro obiettivo è quello di comprendere il significato e l’importanza di questo passaggio, individuando le differenze che intercorrono tra l’Italia e gli altri paesi europei.
Riteniamo, inoltre, fondamentale evidenziare quali siano i pro e i contro della transizione energetica, poiché si dà per scontato che parlare di energia verde implichi un processo sempre sostenibile, ma non è così.
La definizione di Transizione energetica
Partiamo dall’inizio: che cosa significa transizione energetica?
Si tratta del passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili e fa parte della più estesa transizione verso economie sostenibili attraverso l’uso di energie rinnovabili, l’adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile.
E in Italia?
L’anno scorso, nel nostro Paese, circa 1/3 dell’energia elettrica necessaria veniva prodotto da fonti rinnovabili (i restanti 2/3 da sorgenti fossili). Non è abbastanza.
Infatti, entro il 2030, sulla base degli impegni presi con la Commissione Europea, questi numeri dovranno essere invertiti. L’obiettivo è raggiungere, nel 2050, le zero emissioni.
Nello specifico, al tempo si era parlato della necessità di rinunciare (sempre entro il 2030) a un numero molto ingente di metri cubi di gas importati annualmente dalla Russia, sia a causa dell’impatto ambientale, sia per l’evidenza riguardo l’impossibilità da parte del Paese di sostenere questo fabbisogno.
(Un articolo pubblicato dall’Università degli Studi di Padova approfondisce con chiarezza questo tema, lo trovate qui).
Quando è partita la corsa alla Transizione energetica?
Facendo un passo indietro, è possibile individuare tra il 2010 e il 2012 la fase più intensa nella spinta al rinnovabile. Il rapporto, di cui si parlava sopra, era quasi stato invertito.
Purtroppo, però, come spesso accade, gli ingenti costi da sostenere per la costruzione e il mantenimento degli impianti hanno fatto sì che optasse per un rallentamento.
Dopo un periodo di stallo che è durato fino al 2021, ora la crescita è ripartita. Infatti, nel 2021 si è installato circa 1,5 GW, nel 2022 circa 3 GW, nel 2023 oltre 5 GW. Siamo, però, ancora molto distanti dagli obiettivi individuati.
3 problematiche che, nonostante gli avanzamenti, stiamo riscontrando
- Siamo ancora molto lontani dai risultati annuali che ci permetterebbero di mantenere il flusso della decarbonizzazione (tra i 9-10 GW all’anno).
- La tipologia degli impianti installati è, perlopiù, di tipo residenziale dunque piccola e non i grado di sostenere il fabbisogno di luoghi estesi. Le difficoltà qui sono da individuare nella carenza di fondi e nell’assenza di bonus che sostengano la transizione.
- È bene sottolineare come, nel frattempo, un motivo di scontento nasca anche dalla distanza con gli altri Paesi Europei. Germania, Spagna e Francia ci hanno largamente superati e continuano la corsa verso la transizione ad alta velocità.
L’importanza della Transizione energetica
Spingere sull’accelerazione della Transizione energetica è una delle soluzioni strutturali per consentire l’indipendenza del Paese, ma anche delle imprese. Pensare ad un’autonomia energetica e al risparmio per la spesa di energia è la risposta.
È anche, però, fondamentale sottolineare come si dimostri sempre più necessario un nuovo quadro normativo stabile. È solo in questo modo che possono essere garantite le condizioni utili per l’espansione, avendo sempre un occhio di riguardo per l’impatto delle strutture necessarie.
Ti consigliamo di visionare questo video di TedX – Talks in cui si discute del rapporto tra la Transizione energetica e il cambiamento climatico.